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Moto Euro 4, cosa cambia dal primo gennaio 2016

Moto Euro 4, cosa cambia dal primo gennaio 2016

Moto Euro 4, cosa cambia dal primo gennaio 2016

Dal 1 gennaio 2016 entra in vigore la nuova normativa Euro4, che oltre a regolamentare immissioni ed inquinamento acustico renderà obbligatorio l’utilizzo di ABS per tutte le moto sopra i 125cc. Poi nel 2020 arriverà l’Euro5, per adeguarsi alle auto.

E’ un cambio epocale: l’introduzione delle nuove normative di fatto renderà non più utilizzabili i motori raffreddati ad aria.

Ogni nuova moto di produzione che sarà in vendita in Europa deve rispettare una serie di norme che disciplinano i gas di scarico. I limiti attuali, noti come Euro 3, sono stati introdotti nel gennaio 2006. L’Euro 4 di fatto non bandisce i motori raffreddati ad aria, ma ne limita moltissimo il perimetro di uso.
Caratteristici, semplici da mantenere e dal costo accessibile. E condannati a una morte pressoché inevitabile dall’entrata della normativa Euro4, in vigore il 1 gennaio 2016.  Addio quindi ai cari motori raffreddati ad aria, ai carburatori, agli odori dei gas di scarico ed ai rumori delle marmitte. Al loro posto, arrivano sistemi di sicurezza all’avanguardia e consumi ridotti.
La soluzione di molti? Convertirsi al liquido, o passare al sistema misto con le sole testate raffreddate ad acqua.
Per i costruttori è un’arma a doppio taglio: da una parte il mercato del nuovo dovrebbe salire, dall’altra i costi di sviluppo per nuovi propulsori sono molto alti. Non si sa se la corsa alle omologazioni può davvero portare un miglioramento.
Se entro il 2017 le moto a listino si dovranno adattare, per il 2020 è stato annunciatol’aggiornamento ad Euro5 e si ricomincerà da capo. Almeno l’Euro 3 è rimasto in auge per 10 anni.

Tutti i nuovi modelli da immatricolare dovranno essere provvisti di ABS, fatta eccezione per gli scooter fino a 125cc per i quali viene usato il c-ABS, ovvero il sistema di frenata combinata.
Altro punto cardine è la riduzione drastica di inquinamento, sia atmosferico che sonoro, che porta a terminali più voluminosi riducendo così i consumi.
Le moto dovranno avere sistemi elettronici simili in tutto e per tutto a quelli delle auto, in modo da rendere gli intervalli di manutenzione più regolari ed accessibili a meccanici non specializzati. Certo è che, come diceva il vecchio meccanico, “spesso sono solo problemi di elettronica, tanto valeva non averla…”

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