Noi 40 enni di ora, avevamo un sogno.
Tutti avevamo poster in camera e tutti sognavamo di poter sfrecciare in sella ad uno di questi meravigliosi gioielli, le 125 cc stradali degli anni 90.
Oggi molti collezionisti le cercano online, e noi di Motohelp le trasportiamo fino a casa.
L’occasione ci è gradita per rivederle, per ri-sognarle e fare un tuffo nel passato dei nostri favolosi anni 90
Ma che ne sanno i 16enni di oggi..
Aprilia RS 125
È ritenuta da molti la regina della classe, e non a caso. Presentata ufficialmente nel 1992, è stata l’evoluzione dell’Aprilia Futura, discendete della mitica AF1 nata negli anni 80. Il suo strabiliante motore Rotax erogava circa 34 CV ed era alimentato da un carburatore Dell’Orto da 34 mm. Le versioni Replica di quegli anni (dovute agli innumerevoli successi sportivi) si sprecavano, tra cui l’indimenticabile Chesterfield.
Cagiva Mito
La grande antagonista dell’Aprilia è sempre stata la Cagiva Mito, presentata per la prima volta nel 1991 come evoluzione della Cagiva Freccia. Anche per lei, le versioni replica non si contano (una su tutte: la Lucky Explorer con livrea bianca e rossa, omaggio alla Cagiva Elefant vincitrice con Edi Orioli alla Parigi-Dakar). Aveva la particolarità del cambio a 7 rapporti, mentre il motore era un monocilindrico da circa 32 CV. Nel 1994 venne presentata la Mito EV, speculare nel design alla Ducati 916/996.
Gilera SP01
La madre di tutte le 125 sportive è lei, la Gilera SP01, nata per sbancare il Campionato Italiano Sport Production nel 1988. Il motore era alimentato da un carburatore Dell’Orto da 32 mm ed erogava all’incirca 30 CV. Aveva due tappi sul serbatoio, uno per la benzina, l’altro per l’olio.
Honda NSR 125 R
La prima ottavo di litro giapponese in ordine alfabetico è la NSR 125, prodotta a partire dal 1988 e nata inizialmente come naked (F). Caratterizzata dalla totale assenza di protezione aerodinamica, lasciava a vista lo splendido telaio Alcast in alluminio, una rivoluzione rispetto al semplice tubi in acciaio della NS. Successivamente debuttò la R, con carena e fari anteriori tondi. Il motore aveva una potenza dichiarata nell’ordine dei 30 CV, ma per quanto riguarda le prestazioni pure è sempre stata un po’ inferiore alle italiane.